Non possiamo chiudere occhi e orecchie di fronte allo sfoggio di questa cultura da sterminio.
Le scritte omofobe apparse su alcuni manifesti esposti all’interno della storica università milanese Bocconi non ci possono lasciare indifferenti. Che queste scritte, condannate dal Rettore, siano frutto di ignoranza e paura appare evidente. L’ignoranza porta a credere che i “froci” si possano curare; la paura porta a desiderarne lo sterminio.
Il desiderio di portare gli autori, e chi si riconosce nel loro operato, a riflettere in modo maturo, serio e civile sull’omosessualità è offuscato dalla rabbia che questi attacchi omofobi provocano in noi. Sovente viene messo in discussione l’utilizzo del termine “omofobia”, in quanto si riferisce ad una paura irrazionale e persistente nei confronti di persone, oggetti o situazioni. Ma come non riferirsi ad attacchi fisici o verbali nei confronti di persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o queer, se non definendoli irrazionali?
Certo il dibattito relativo alle cause e alle possibili cure dell’omosessualità si fonda, secondo coloro che lo animano, su prove scientifiche, ovvero sull’uso di razionalità e logica. Ma chi ci può dire che questo dibattito non sia, quantomeno in parte, costruito ex post, ovvero in seguito ad una paura nei confronti di ciò che non si conosce né comprende? Siamo stanchi e arrabbiati di questi attacchi: rendono sterile la vita comune, non permettendo un dibattito, un confronto sull’omosessualità; la possibilità di replicare che ci viene offerta appare, di prim’acchito, difensiva. Occorre ribattere condannando questi comportamenti.
Ma occorre anche una risposta propositiva, occorrono delle azioni positive da parte delle associazioni, delle istituzioni, della società civile, finanche del singolo individuo per combattere questa ignoranza che sfocia in paura. Noi stiamo facendo la nostra parte.
Laura Zambelli
Vice Presidentessa Milk Milano