Venerdi 12 giugno presso la sede Guado di Via Soperga 36 a Milano, il nostro circolo culturale Harvey Milk affronterà alle ore 18,30, aperitivo, 19, inizio dibattito, un incontro con due esponenti della Chiesa Valdese di Milano, Dorothee Mack, Pastora della Chiesa Valdese, e Samuele Bernardini, Presidente della Chiesa Valdese di Milano. Il tema, “La Chiesa valdese e i temi lgbt: tra storia e presente in un confronto attivo e continuo”, vedrà un confronto che prosegue il il viaggio intrapreso dal nostro circolo lungo la timeline delle filosofie religiose in rapporto coi temi Lgbt. Abbiamo intervistato la pastora Dorothee Mack, in attesa dell’appuntamento.
Quali sono i fondamenti culturali della Chiesa Valdese?
I fondamenti si trovano nella Bibbia, ma teniamo come Valdesi un approccio storico critico della Bibbia, che viene letta come un libro in cui ascoltare la parola di Dio e non viene presa alla lettera.
Possiamo fare una breve storia della Chiesa Valdese?
Tutto ha avuto inizio intorno al 1173-76. Molte informazioni storiche possono essere trovate sui siti Chiesavaldese.org e Milanovaldese.it
La Chiesa Valdese nasce come un movimento di pauperismo simile a quello di San Francesco. I valdesi, però, vennero subito scomunicati e diventarono vittime dell’inquisizione, costretti, così, a vivere nascosti. Tramite dei predicatori itineranti riescono a raggiungere le coste del Mar Baltico e aderiscono alla riforma. Tengono in questo periodo contatti con Ginevra e il movimento si trasforma in Chiesa protestante e riformata facendo riferimento a Calvino. Chiesa luterana che fa riferimento a calvino, riformata. I valdesi aderiscono alla Chiesa Luterana riformata calvinista. Nel 1686, un anno dopo la revoca dell’Editto di Nantes, i Valdesi furono costretti ad andarsene via da un territorio in cui si erano ritirati in Piemonte: le scelte erano o esilio, o conversione al cattolicesimo, altrimenti venivano condannati a morte. I Valdesi rimasero, così, in esilio in Svizzera, ritornando più avanti nelle proprie vallate. Si parla in questa occasione di “Glorioso rimpatrio”. Il 17 febbraio 1848 17 tramite le lettere patenti di Re Carlo di Piemonte ai valdesi vennero concessi i diritti civili e politici come agli ebrei. Tra questi diritti si iscriveva anche la libertà religiosa. In questo momento potranno uscire dal “ghetto”, frequentando liberamente le scuole. Non era, quello valdese, un ghetto come quello ebreopossono uscire dal ghetto, frequentare scuole. Non era ghetto ebreo, ma erano comunque costretti a vivere in queste vallate, chiamate, appunto, ancor oggi “valli valdesi”.
Ancora in queste valli ci sono molti valdesi. Vediamo paesi in cui su 300 abitanti 200 sono valdesi. Rimangono in Italia queste valli le uniche due non occupate dalla egemonia della cultura della chiesa cattolica romana. Durante il fascismo risultava difficile essere valdese. Nel 1984 con la revisione dei Patti Lateranensi si stabilì un’intesa con lo stato italiano.
Quale rapporto si instaura tra la Chiesa Valdese e alcuni temi che riguardano il mondo della laicità, delle donne, della libera affermazione dei diritti civili?
Un rapporto ottimo. Abbiamo portato avanti iniziative come il testamento biologico. I Valdesi si sono schierati dalla parte dei discriminati. Noi abbiamo ottenuto diritti e questo deve spingerci a lottare per i diritti degli altri. I Valdesi sull’aborto, per esempio, erano per la libera scelta in base alla propria opinione e al proprio credo. Sui diritti lgbt la Chiesa Valdese ha intrapreso un percorso molti anni fa. All’inizio si partiva da affermazioni bibliche in cui si diceva che l’omosessualità fosse peccato. Questa concezione era molto radicata nella società del tempo. C’è stato un lungo percorso che ha portato, oggi, a celebrare le benedizioni di coppie omosessuali: tutto questo non è successo in un attimo. Abbiamo messo insieme la lettura dell’etica della situazione che vede un approccio diverso da quella normativa, che chiede di applicare le norme. La prospettiva protestante sta nel confrontare la situazione con la norma. Per quanto riguarda l’aborto, infatti, la norma pura dice di non uccidere, ma se osservi la situazione tutto cambia. La Chiesa valdese ha ricevuto delle spinte dalla società, dal femminismo, dalle donne, dai movimenti e questo ha provocato una discussione, un confronto e una ricerca. La chiesa deve essere sempre riformata in un confronto continuo con le esigenze delle persone, tra domande e questioni. Tutto viene deciso nelle assemblee locali e nazionale, qui entriamo nell’ecclesiologia. La struttura risulta, pertanto, essere democratica nel termine moderno. Rispetto ai temi lgbt possiamo dire che se si leggeva la Bibbia nel suo testo oggi possiamo confrontare quel testo con la situazione.
I temi lgbt: come in passato si è atteggiata la Chiesa Valdese e come oggi si approccia nei riguardi dei temi che riguardano i diritti e la dignità delle persone lgbt, partendo dal matrimonio omosessuale e giungendo alle adozioni, ai temi concernenti l’identità di genere?
Non parliamo di matrimonio perché noi facciamo solo una benedizione. Il matrimonio per noi è civile. Quello che facciamo è benedizione del matrimonio civile. Sulle adozioni non c’è nessuna posizione ufficiale: le singole persone possono avere la loro posizione senza sentirsi fuori dalla chiesa. Ci sono persone pro e persone contro. Identità di genere è uno dei temi non ancora approfonditi, non esiste una posizione ufficiale. Sul rapporto di coppia c’è un Sinodo che ha definito accolte tutte le relazioni d’amore perché fatte sotto promessa di Dio. Se prendiamo il tema transgender il fatto principale consiste nel garantire una relazione basata su responsabilità e reciprocità, senza dipendenze e nella libera volontà.
Quale rapporto si è instaurato tra la Chiesa Valdese ed esponenti lgbt presenti all’interno della sua struttura?
Gli esponenti sono loro stessi membri di chiesa. Noi scegliamo le persone in base alla loro capacità di rappresentanza della comunità. Non ci sono quote: ormai in certi organismi ci sono anche persone lgbt, come anche donne. Molti non sono dichiarati e sono tali perché considerano questo non una propria priorità, non certo per problemi con la chiesa valdese.
La Chiesa Valdese come si struttura?
Si struttura in un sistema assembleare. È sempre l’assemblea della chiesa locale che prende decisioni sulla linea, poi passa a un esecutivo, sempre a livello locale. Risultano esserci, così, quattro livelli, comprendendo il circuito della Lombardia e, poi, il distretto. Il
Sinodo è formato da 180 deputati di tutte le chiese ed elegge la Tavola valdese, l’esecutivo. Tutte le decisioni sono prese in assemblea. Nelle chiese locali è il consiglio di chiesa che deve essere eletto dall’assemblea e rispondere a quest’ultima. L’assemblea dice si o no su temi come le benedizioni delle coppie dello stesso sesso. Di solito su un tema simile è competenza del livello nazionale decidere, ma su questo in specifico il livello nazionale ha demandato la facoltà al livello locale. Milano valdese come Roma e tanti altri hanno detto si alle benedizioni di coppie omosessuali. Non ci sono molte richieste di benedizioni, in quanto accettiamo di farle come atto comunitario e non come un servizio fatto a chiunque anche se non valdese. Questo principio vale per tutti i matrimoni.
Vi sono ancora confessioni che presentano comportamenti fortemente ostili verso il rispetto delle persone lgbt, atteggiamenti omotransfobici e misogeni. Si parla da decenni di relazioni ecumeniche di confronto tra le varie chiese: questa politica di confronto potrebbe dettare un minimo cambiamento, o quanto meno messa in discussione, grazie all’interfacciarsi con realtà religiose più sensibili sui temi lgbt, delle applicazioni teoriche che determinano disposizioni o considerazioni omotransfobiche da parte di quelle confessioni più contrastanti a riguardo?
Esistono in questa ottica molti problemi col mondo pentecostale con il quale non siamo in rapporto: siamo divisi su questioni che riguardano la donna e su altre questioni etiche. Qui a Milano al Consiglio delle Chiese cristiane non si è mai discusso sulla posizione sulle benedizioni. Di certo le Chiese ortodosse risultano essere fortemente chiuse in merito. Non c’è una spaccatura, difficoltà permangono col mondo pentecostale, con cui non c’era nessun rapporto neanche prima.
Prospettive future che concernono il rapporto tra Chiesa Valdese e i temi lgbt?
Viviamo felicemente la nostra interazione. Viviamo su un’isola felice. Ma ci impegniamo sempre contro ogni discriminazione. Coi nostri ragazzi abbiamo affrontato temi sull’omosessualità. Sono figli dei membri di chiesa o figli di simpatizzanti. Abbiamo parlato e ci siamo confrontato tra adulti su questo tema e ora lo stiamo facendo con i giovani.
Intervista a cura di Alessandro Rizzo