Manca solo una settimana all’incontro su Visconti organizzato dal Milk assieme a Mauro Giori, dottore di ricerca in Storia delle arti visive e dello spettacolo presso l’Università di Pisa e autore del libro “Poetica e prassi della trasgressione in Luchino Visconti”.
Vi proponiamo oggi un paio di passaggi presi dall’introduzione del libro. Un’occasione per farvi un’idea di ciò che tratteremo, un vero e proprio “spuntino letterario” per stuzzicare la vostra curiosità in attesa dell’evento domenica prossima alle 17.00.
Fin dai suoi esordi, l’attività artistica di Luchino Visconti si svolge all’insegna dello scandalo, tra censure, sequestri, polemiche, quando non denunce e processi. […] risultato di una precisa ricerca, di un’intenzione sistematicamente ribadita, al punto da guidare e condizionare spesso la scelta dei progetti su cui lavorare, la forma da imprimere loro, l’interazione ricercata con gli spettatori, per tacere delle complicità che stanno alla base di molte relazioni professionali. […] Strumento privilegiato cui Visconti ricorre con frequenza per mettere a segno le sue provocazioni, lungo l’arco di tutta la sua carriera, è la sessualità. […] Il ricorso alla rappresentazione della sessualità, in forme spesso inedite per i cinematografi e i palcoscenici italiani, risponde quindi a una radicata esigenza di espressione e si intreccia in modi estremamente articolati con l’impegno politico […] e con i mutevoli contesti culturali in cui le opere di Visconti si trovano ad agire.
[…] Si sono dunque selezionati alcuni casi di studio, mettendo a fuoco tre momenti del percorso di Visconti che conducono a elaborazioni particolarmente trasgressive (o che, quanto meno, sono state recepite in questi termini). Il primo coincide con gli esordi del regista e comprende un lungo apprendistato; il primo film, Ossessione, che porta al culmine una ricerca in corso, ma anche le tensioni con i collaboratori politicamente più impegnati, che non comprendono appieno il lavoro del regista; e i primi allestimenti di prosa, che sanno approfittare del breve vuoto legislativo successivo alla caduta del regime.
Il secondo è legato a un prolungato interesse per Tennessee Williams e il suo lavoro, particolarmente nei primi anni Cinquanta, e coinvolge tanto il teatro quanto il cinema: si cercherà infatti di ricostruirne le ripercussioni su Senso.
Il terzo periodo si configura tra la fine del decennio e l’inizio di quello seguente e trova un nuovo complice in Giovanni Testori: ne derivano Rocco e i suoi fratelli, L’Arialda e lo scontro più violento tra il regista e il potere, da cui hanno origine anche alcune provocazioni satellitari, fra cui Il lavoro. Dopo questo squisito elzeviro, la componente trasgressiva della poetica viscon- tiana non viene meno; cambiano però sostanzialmente le prassi cui dà luogo, in funzione di un diverso contesto, che pone sfide più articolate.