Il 6 Maggio scorso in California, Dustin Lance Black, lo sceneggiatore del film “MILK”, ha tenuto un discorso davanti alla commissione per l’istruzione, per sostenere una legge che riconoscerebbe i sacrifici fatti da Harvey Milk in quel lungo e tortuoso cammino chiamato battaglia per i diritti.
Visto il clima di insicurezza e disagio, in cui molti di noi potrebbero sentirsi a causa degli ultimi episodi di violenza, abbiamo pensato di tradurlo e riproporverlo in italiano.
Grazie per avermi ospitato qui oggi.
Voglio spiegare a tutto voi, per quale motivo penso sia di vitale importanza che lo Stato della California dedichi una giornata alla commemorazione di Harvey Milk.
Sapete, sono cresciuto in un ambiente conservatore, con genitori eterosessuali e una Chiesa che condannavano l’omosessualità.
Durante la mia vita ho sentito quella parola, omosessualità, e una marea, una ripugnante marea, di altri sinonimi, più coloriti e pieni di odio.
E anche io, come altri membri della comunità LGBT, sapevo sin da piccolo di essere gay e che, quindi, ero inferiore agli altri bambini a scuola, che qualcosa in me era sbagliato e che, stando a quanto diceva la mia Chiesa, ero tra i peccatori, gli assassini e gli stupratori..io, un bambino di sei anni, alto non più di un metro.
A questo punto avevo due opzioni: farmi da parte, non distinguermi dalla norma, cercare di evitare di essere notato, in una sola parola: scomparire.
Oppure, soluzione più drastica, togliermi la vita, non sarei stato un caso isolato: oggi almeno un ragazzino omosessuale su tre pensa seriamente al suicidio ed è quattro volte più probabile che si uccida rispetto ai suoi fratelli o sorelle omosessuale, nove volte se proviene da una famiglia che non lo accetta. Di quelli che sopravvivono e fanno coming out il 26% è sbattuto fuori di casa.
Questo non è il finale della mia storia. Io sono stato fortunato, a 14 anni un direttore di teatro dell’area della Baia mi raccontò la storia di Harvey Milk, un uomo dichiaratamente gay, che ha lottato contro i pregiudizi e l’ipocrisia, ha vissuto apertamente la sua condizione, è stato eletto ad una carica istituzionale e ha acceso la fiamma del movimento globale per i diritti LGBT.
Ovviamente, la sua storia mi diede speranza e, per la prima volta dopo tanti anni, non volli più togliermi la vita e non piansi più fino ad addormentarmi la domenica sera. Anzi, iniziai a sognare, smisi di tentare di scomparire e incominciai a cercare di distinguermi dagli altri.
Ma a scuola, non ho mai sentito niente su di Lui, nemmeno una singola parola su un personaggio di rilievo della communità LGBT. E’ stato necesario un colpo di fortuna per sentire la sua storia, un colpo di fortuna per salvarmi la vita e questo non è giusto.
A differenza di altre minoranze, i ragazzi omosessuali non nascono in famiglie con un padre gay o una madre lesbica. E’ così che stanno le cose non abbiamo genitori che possano comprendere l’orgoglio, l’ispirazione, l’autostima d’acciaio necessari per stare a questo mondo come membri di una minoranza sessuale.
Per questo è di vitale importanza assicurarsi che questi ragazzi abbiano l’opportunità di sapere che è esistito un capostipite che gli ha amati per quello che erano, ha combattuto per loro ed era disposto a dare anche la sua stessa vita, pur di assicurarsi che essi oggi potessero vivere più serenamente. Quest’uomo è Harvey Milk.
Le cose stanno così: dedicare una giornata ad Harvey Milk non costa niente a questo Stato, non farlo avrebbe dei costi altissimi. Ai giovani costerebbe la loro autostima, i loro sogni, per molti, molti altri potrebbe costare addirittura la vita.
Sono qui di fronte a voi oggi come prova vivente del fatto che anche solo sapere la storia di Harvey Milk può salvare la vita.
Ma non possiamo più lasciare questo compito al caso, è un nostro dovere morale incoraggiare le nostre scuole e i nostri concittadini a celebrare e rendere tutti partecipi della storia di uno dei più grandi eroi di questa nazione: Harvey Bernard Milk, creando una giornata in suo onore.