Non chiederemo scusa, lo precisiamo subito, per il tono tutt’altro che pacato di questo articolo. Siamo stanchi.
Stavolta non si può essere moderati: ci sono in ballo valori fondativi del movimento glbt, primo tra tutti il rispetto della nostra dignità, in merito alla quale non è concesso cedere o avere opinioni divergenti da una sola linea: ci spettano diritti indiscutibili, che passano per la parità totale con gli altri cittadini in ogni campo del vivere.
Chi riconosce questo fatto è nostro amico, chi non lo fa o è una persona da far ragionare o è un nemico. In nessuno dei due casi lo si premia.
Per impostazione ideologica e amore di pace abbiamo sempre mantenuto, come Milk, un atteggiamento di totale distacco a fronte di certe manifestazioni di vuotezza politica, anche quando esse sono andate (ed è successo in più di un caso) a discapito di lavori a servizio del movimento portati avanti da altri o da noi stessi, e che stavano dando buoni frutti.
Siamo sempre stati convinti (e lo siamo tutt’ora) che ognuno è soggetto ad errori (noi per primi) e che ogni associazione e/o singolo debba operare nei modi che meglio trova adatti alle proprie capacità, per il bene comune dei nostri diritti. Se vigesse il pensiero unico, esso sarebbe per forza di cose deleterio. Devono vigere serenità, accettazione e unità nel movimento glbt. Vigesse un po’ meno autoreferenzialità, sarebbe però meglio ancora: ma in alcuni casi è evidentemente chieder troppo.
Pur essendo molto consci dell’importanza della comunicazione, pur vivendo la normale quotidianità di tutte le persone glbt che lavorano, pensano, sognano, si divertono e hanno anche loro bisogno di cose leggere, ci chiediamo con grande ardore da giorni quale eccezionale elucubrazione possa aver spinto a credere utile alla nostra causa (proprio non lo capiamo, eh, nonostante gli sforzi sovraumani) un premio dato con clamore da una associazione glbt all’assenteista parlamentare europeo Iva Zanicchi (per di più , ospitando con orgoglio in sala personaggi quali Lele Mora) dopo che costei ha fatto affermazioni da brivido in merito ai nostri diritti (affermazioni ovviamente a seguito smentite sul palco della premiazione, come di moda in Italia).
Il riconoscimento, ci dicono, è stato dato per aver interpretato la madre di un ragazzo gay in uno sceneggiato televisivo e aver affermato che noi non siamo dei malati durante un festival.
Stiamo scherzando vero? La Zanicchi, la signora che sostiene che le nostre non siano famiglie benché vadan tutelate, che parla di “famiglia naturale”, che ci nega il diritto alla genitorialità, viene premiata da una associazione gay? Ma siamo pazzi?
Evidentemente sì.
Illustri esponenti milanesi dell’ente che ha percepito come profondamente necessario al nostro cammino verso la libertà il prostrarsi alla gloriosa fama della Zanicchi amano usualmente affermare more publico che questa nostra Associazione “ragiona di pancia”: useremo parole di altri, quindi, per esprimere il nostro pensiero nel dettaglio.
Useremo le sacrosante parole dei pacatissimi genitori di Famiglie Arcobaleno.
Riportiamo qui sotto integralmente il comunicato stampa da loro diramato in occasione del glorioso evento. Dopo di ciò non crediamo ci sia più molto da aggiungere, anche se invitiamo a leggere il resoconto del dibattito sinora in corso su Queerblog, di cui – capita così stavolta – condividiamo le osservazioni.
Diversi possono e devono essere i modi di fare attivismo e di manifestare la ricca varietà dei nostri ideali, ma vedere operare con tanta leggerezza ci fa rabbrividire.
Ai nostri figli, noi, non diremo mai che la Zanicchi va premiata perché la voglia di una serata in drag o quattro foto accanto ad un vip valgono più della dignità delle loro famiglie.
Il direttivo del Milk
Stefano, Emanuele, Giacomo, Marco, Andrea, Stefano, Marco, Ivano, Michele, Alessandro, Alessio, Luca, Damiano
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COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE “FAMIGLIE ARCOBALENO”
L’Associazione Famiglie Arcobaleno è perplessa sulla scelta dell’Arcigay di conferire il premio “Pegaso d’oro” alla cantante ed europarlamentare Iva Zanicchi.
Le dichiarazioni rilasciate dalla stessa al Resto del Carlino del 12 giugno 2010 e riportate da Gaynews.it (“…per quanto riguarda le adozioni, invece no. Su questo, sono proprio contraria. La famiglia è un bene inattaccabile e i bambini che crescono hanno bisogno di vedere entrambe le figure dei genitori, sia quella femminile che quella maschile”), offendono la nostra realtà di genitori, ignorano tutti gli studi scientifici esistenti che dimostrano esattamente il contrario e contribuiscono ancora una volta ad allontanare i nostri figli dal raggiungimento di pieni diritti come cittadini.
Inoltre nell’intervista suddetta, ancora una volta, come spesso accade, vengono ipotizzate le adozioni gay, dimenticando invece che tante lesbiche, gay e persone transessuali sono già genitori e che le loro relazioni con i propri figli andrebbero tutelate come qualsiasi relazione genitore-figlio.
Con rammarico,
Giuseppina La Delfa
Presidente “Famiglie Arcobaleno”
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