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Cronaca TBIGL

Servizi per persone transessuali a Milano. Nasce ALA

Nasce lo sportello Trans di ALA

Presentiamouna intervista a Antonia Monopoli, nostra volontaria per il progetto “Ronde del té” e autrice del Tramsizionario. Antonia lavora come operatrice pari di ALA Milano onlus, in merito all’esperienza dello Sportello Trans ALA Milano Onlus: gli obbiettivi raggiunti, quelli futuri, e la lotta contro la discriminazione e la transfobia.

Come hai conosciuto ALA?

Sono venuta a conoscenza di ALA Milano Onlus nell´anno 2005, quando facevo la volontaria presso la loro unità mobile di strada. ALA nasce come associazione laica per la lotta all´HIV, ma oggi lavora anche su progetti contro le tossico e alcol dipendenze facendo azioni di prevenzione nelle scuole e nei locali, ed è impegnata sul tema della prostituzione, e in particolare sulla prostituzione delle persone transessuali. In quel periodo io collaboravo con l’associazione “Crisalide Azione Trans” e nel 2006 ho partecipato al progetto “Transiti” facendo un periodo di formazione e stage come Operatrice Pari, in quanto Trans e in quanto ex prostituta, stage presso ALA Milano Onlus e presso l´Ospedale Niguarda affiancando il dott. Maurizio Bini.

Come è nata l´idea di uno sportello trans?

A gennaio 2009 mi è venuta l´idea di offrire un servizio più ampio e completo di quello che offriva Crisalide Azione Trans e mi sono rivolta ad ALA e, dopo un primo incontro, abbiamo pensato di creare insieme uno Sportello Trans cercando di valorizzare le nostre esperienze precedenti. Leggi tutto »Servizi per persone transessuali a Milano. Nasce ALA

Ancora sulla sentenza. Giovanni Dall’Orto.


Pubblichiamo con piacere il commento di Giovanni Dall’Orto alle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale. Come sempre le valutazioni di Giovanni sono lucide e assolutamente condivisibili, a nostro giudizio.

Esistono nella sentenza almeno quattro punti importanti per noi, e mai stabiliti prima attraverso la “via politica”, che spiccano perfino agli occhi di un profano come me. E chissà cosa troveranno gli occhi più esperti ed allenati dei giuristi che stanno seguendo la faccenda.

Con straordinaria celerità la motivazione della sentenza della Corte Costituzionale di due giorni fa è stata già pubblicata. La lettura di questo testo conferma quanto si diceva a proposito del fatto che non si possono dare giudizi prima di aver letto le motivazioni. Il testo contiene infatti, è vero, il respingimento delle richieste, ma anche tutta una serie di aperture e affermazioni di princìpi tali, che sicuramente daranno filo da torcere al mondo politico, che oggi ha commentato la sentenza senza averla palesemente letta.Leggi tutto »Ancora sulla sentenza. Giovanni Dall’Orto.

Sulla sentenza della Corte Costituzionale, calma e gesso

Riportiamo con grandissimo piacere le riflessioni di Giovanni Dall’Orto in merito alla sentenza della Corte Costituzionale. Nel ringraziare ancora tantissimo chi ha portato avanti l’iniziativa (Certi Diritti, Rete Lenford e le coppie che hanno presentato i ricorsi), abbracciamo – concordando appieno – le sensate parole di Giovanni. Buona lettura.

Ho passato lo scorso mese ad ascoltare chi (avvocati, giuristi, docenti) di Legge ne sa più di me, in modo da arrivare all’attesa sentenza di ieri da parte della Corte Costituzionale sui matrimoni gay non dico preparato ma almeno informato. E per questo motivo mi suona piuttosto sgradevole passare oggi, dalle argomentazioni eleganti, ragionate e argomentate dei giuristi, alla cacofonia superficiale e alla drammatizzazione esagitata che sono parte ineliminabile (per lo meno nella patria di Pulcinella…) dei discorsi politici.
Da una parte e dall’altra sembrano scatenate le “drama queens”. “Vergogna alla Corte Costituzionale!”, ululano gli uni. “La Corte l’ha messo in quel posto alle assurde pretese dei gay”! strillano gli altri.
Peccato che sbaglino sia gli uni che gli altri.

In primo luogo, perché prima di stabilire cos’abbia detto in realtà la Corte occorre (come sempre in questi casi) aspettare di leggere le motivazioni della sentenza. A quanto è stato anticipato, la Corte ha respinto la richiesta ribadendo la competenza esclusiva del Parlamento nel dirimere la questione. E fin qui ci siamo: è la Costituzione a stabilire questo principio. Ma bisognerà vedere poi in che modo avrà ribadito questa apparente banalità: a questo livello decisionale, spesso il diavolo sta nei dettagli.
Per esempio, se la Corte avesse detto che non può dire la sua perché sul fatto deve decidere il Parlamento, l’accento nascosto non starebbe sulla parola “Parlamento”, ma sulla parola “deve”. Nella sentenza potrebbe esserci, in altre parole, un monito, un richiamo a decidere in tempi ragionevoli sulla questione.
La Corte ce lo ha davvero messo, ‘sto monito? Boh, chi lo sa… Per l’appunto, per saperlo bisogna prima vedere cosa ci starà scritto, nella sentenza. Il cui effettivo valore potrà essere valutato solo quando si potrà contare quanti diavoli e diavoletti stiano nascosti nei dettagli…
Esistono molti precedenti di questioni in cui la Corte ha respinto un quesito la prima volta che le è stato presentato, ma solo per ribadire che sul problema esisteva in effetti un vuoto legislativo, a cui occorreva porre rimedio. E nei casi in cui il Parlamento non lo ha fatto, è successivamente intervenuta per sanare la lacuna, magari al secondo o terzo ricorso.
Insomma, nell’ovattato gergo della politica un eventuale “monito” è in realtà una minaccia gentile. “Non tocca a me decidere”, dice la Corte, “Tocca al Parlamento”. Però il sottinteso che soggiace a questa frase è: “… Certo, se il parlamento persiste a non legiferare, in quel caso mi sento autorizzata a dire la mia”.Leggi tutto »Sulla sentenza della Corte Costituzionale, calma e gesso

IN PROM WE TRUST

Proprio quando il Parlamento varava la storica riforma del sistema sanitario nazionale; mentre Obama firmava la prima e finora unica conquista del suo mandato a più di un anno dall’elezione (consapevole, poverello, che il Nobel sulla fiducia ancora non se l’è riguadagnato) e per l’occasione pronunciava un bel discorso di sana retorica che, si sa, agli americani piace tanto; insomma, mentre si compiva un passo epocale per la democrazia “made in USA”, ecco che dal North Dakota al South Carolina già s’apriva un nuovo dibattito destinato a dividere nuovamente gli americani.

L’accostamento forse stonerà alle orecchie di noi raffinati europei, ma è bene non fare gli snob, per una volta, e concentrarci sui fatti. A Fulton, nello Stato del Mississipi, la Itawamba Agricultural High School (eh, lo so: il nome dell’istituto lascia a desiderare, ma ve l’ho detto di non fare gli snob!) si prepara come ogni anno al tradizionale “prom”, il ballo di fine anno.
E qui sta la vera notizia per noi europei: il ballo di fine anno nelle scuole superiori americane non è una trovata hollywoodiana: esiste davvero! E se lo fanno alla Itawamba Vattelapesca School di Fulton, c’è da credere che lo facciano proprio dappertutto.
Perfino gli ingredienti pare siano davvero quelli tramandati da una gloriosa tradizione di film, da Grease in poi: abiti ed acconciature orribili per le signorine, giacca e cravatta (quest’ultima rigorosamente inguardabile) per i cavalieri, un Re e una Regina eletti tra i più popolari e cool della scuola, l’immancabile ponce, l’immancabile sbronza con ben altre bevande alcoliche e per alcuni l’ultima possibilità di perdere la verginità prima del college…Leggi tutto »IN PROM WE TRUST

La purga di Harry Potter e il libero pensiero.

ARESI1-FOTOaNoi amiamo Daniel Radcliffe, da febbraio ufficialmente testimonial del The Trevor Project, associazione americana, per la quale l’attore si era già speso con donazioni luculliane e che si occupa della prevenzione dei suicidi e dei disagi in generale per i giovani omosessuali. Non bastasse questo, le  copertine di riviste specializzate, le numerose dichiarazioni di totale comprensione della realtà gay e di vicinanza nella lotta ai nostri diritti, ci rendono ancora più simpatico il fanciullo, il quale già da qualche tempo (soprattutto grazie alle grandi abilità della su’ mamma) era entrato a pieno titolo nell’immaginario omosessuale dopo il notevole exploit teatrale in Equus in abiti particolarmente adatti a mostrare tutto il suo splendore attoriale (si vedano le fotografie allegate al qui presente e delirante articolo).

Ma non è di questo che vogliamo parlare oggi, quanto piuttosto, data l’identificazione tra Radcliffe ed Harry Potter, dei gravi pericoli che l’umanità tutta corre leggendo i perigliosi libri o guardando i perfidi film che il maghetto hanno per soggetto. Sotto le dolci spoglie di questo amorevole ghirigogolo e del suo maestro gay Albus Silente (nonché di quella sfranta di Piton, scivolata di fresco, come noto, fuori dall’ultimo album di Renato Zero) si celano infatti terribili insidie per i sacri valori dell’occidente tutto… e non mi riferisco ad un ipotetico impudico uso delle bacchette magiche, come tu, oh empio pervertito che mi leggi, stai supponendo.Leggi tutto »La purga di Harry Potter e il libero pensiero.