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Don’t ask, don’t tell: quando i militari hanno tanto talento e pochi vestiti.


L’iniziativa è partita da un blog americano come risposta alla polemica del “non chiedere, non dire”, l’imposizione con cui nell’esercito americano si è pensato di affrontare la questione omosessuale: meglio quindi non far sapere, si è deciso di “prendere il toro per le corna” e di trattare la questione da un punto di vista innovativo.

Basta quindi chiedersi se qualcuno è o no gay: che noia!
Meglio parlare di quello che ai Marines veramente sta a cuore. Sì, parliamo della danza. Ebbene sì, si è infatti recentemente scoperto quello che i soldati americani amano veramente è danzare: “la danza dei maschi”.

Eccovi quindi una carrellata interamente dedicata a questi festini (ops!) volevo dire a ”questi filmati di Marines rigorosamente eterosessuali e poco vestiti che non avendo niente di meglio da fare, si mettono a danzare”.

Abbiamo deciso di riportare questa simpatica iniziativa che ci dà modo di guardare in modo diverso, oltre che parecchio volentieri, questi simpatici energumeni danzerecci: ora si apprestano ad improvvisare coreografie e si rivelano ironici e nemmeno troppo inesperti, ora si infervorano per la canzone “My Humps” (letteralmente “le mie protuberanze”) e si muovono sensuali sulla torretta di guardia ora invece decidono, in una notte ad alto tasso alcolico, di dedicare un balletto alle ragazze che vorranno guardarli: nel frattempo si muovono sincronizzati e a petto nudo e che bravura(http://blog.unzipped.net/2009/01/a-video-for-all.html): se li vedessero gli Amici di Maria… E forse sarebbe una buona occasione per sbaraccercene: mandarli al fronte, a ballare, ovviamente.

Cosa ci insegna tutto questo? Di sicuro una cose: se da domani sentirete tutti gli aspiranti ballerini promuovere un referendum per ristabilire il servizio di leva obbligatorio non stupitevi, hanno le loro buone ragioni, ma non cedete alla tentazione di firmare alla petizione: ricordatevi infatti che noi l’esercito ce l’abbiamo nelle strade, basta quindi mettere un po’ di musica e tutto migliora. Provare per credere. Magari si va anche pltre ogni più rosea prospettiva…

Fonte: http://blog.unzipped.net/2009/01/these-non-gay-m.html,

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