Franco Buffoni (Gallarate, 1948) è uno dei maggiori poeti italiani viventi. Ma, soprattutto, era amico del nostro Alessandro Rizzo Lari. A lui ha voluto dedicare questi versi.
“Soltanto chi si è trovato davanti alla porta
Dietro la quale viene torturato un uomo
Che senza io si avvierà alla morte,
Sa che cosa sia davvero l’assurdità”,
Dicevo una sera ad Alessandro
Che mi accompagnava in Centrale
Citando Hermann Broch.
Parlavamo della fine di Regeni.
Adesso da lassù sento quasi
Il borbottio degli angeli più anziani,
E bisbigliano i più timidi,
Ma certi altri alzano la voce
Mentre i grandi candelabri e i ceri spostano
In excelsis, tra Virtù e Principati…
Uscir di vita, se ci sono gli déi,
Scriveva Marco Aurelio nei Ricordi
Non è affatto cosa esecrabile,
Perché non è possibile che ti vogliano far male;
E se non ci sono, o non si curano delle cose umane,
A che varrebbe vivere in un mondo
Senza provvidenza e senza déi?
Io non credo in nessun dio, Alessandro,
Per questo adesso ti so
In quell’isola a Nord di Ortigia
Chiamata Siria per il sole al tramonto,
Terra beata dove in tarda età soltanto
Si muore
Per la freccia gentile di Apollo in un istante
E senza provare dolore.”