Si legge in una sua presentazione: “da tempo sta creando un vasto archivio di materiale storico GLBT (libri, foto, stampe) con la speranza di poterlo, in futuro, aprire al pubblico, creando una fondazione”. Stiamo parlando di Luca Locati Luciani, diplomatosi alla scuola di teatro colli di Bologna, con esperienze da attore in “Dante e l ‘intelletto d ‘amore” regia di Giorgio Albertazzi, 1996, “Il gabbiano” di Cechov, regia di Vadim Mikheenko, 1998. È stato anche assistente alla regia del film a firma Fabrizio Cattani, “Quelle piccole cose”, anno 2000, e regista di una rappresentazione di “Loretta Strong” di Copi. Lo abbiamo intervistato incuriositi di sapere di più sulla sua collezione a tematica in un momento in cui ancora non si dispera su un futuro sviluppo della conoscenza e dell’attenzione per la storia della cultura GLBT.
Chi è Luca?
La passione per i libri è nata recentemente. A 26 anni ho iniziato a collezionare un po di tutto. Amavo il libro antico come oggetto senza avere un campo specifico. Prendevo libri con illustrazioni macabre, fantasy, opere con disegni sul fantastico. Partivo dai libri di magia del ‘500 arrivando a quelli sul simbolismo, simbologie esoteriche. A proposito ricordo quelle dell’illustratore Alberto Martini. Ringrazio una persona, Emanuele Bardazzi, ex direttore delle Librerie Gonnelli di Firenze per avermi dato dei consigli. Collezionavo anche libri illustrati sul macabro, fine 800, primo periodo simbolista. Sono appassionato del fantasy ed è stata una riscoperta le limitatissime edizioni dato che molti libri di magia sono stati bruciati. I prezzi sono decisamente alti.
Il tuo interesse come collezionista si indirizza maggiormente su pubblicazioni e opere a tematica omosessuale …
Essendo io omosessuale e curioso della storia dell’omosessualità, bazzicavo vari siti culturali. Ho iniziato io stesso a collezionare materiale originale quali libri recenti degli anni 70, 80. È la mia passione? Ci vuole poco che divampi e cerchi di portarla fino in fondo. Sono interessato alla collezione di cose rare, antiche e, quindi, spendere di più. Sono appassionato di pornografia gay che non è recente in quanto c’è sempre stata fin dalla nascita della stampa. Sono attento ai libri con illustrazioni omoerotiche, stampe, fotografie. Mi interessa molto le pubblicazioni del periodo prima di Stonewall, dopo c’è stato uno sdoganamento del genere. Mi affascina il periodo in cui queste cose passavano sotto banco.
Perché è difficile trovare questo tipo di pubblicazioni e opere?
Molte persone, quando trovavano libri di questo genere, li buttavano via. Ho interesse per l’immaginario omoerotico: da collezionista di libri sono diventato anche collezionista di iconografie. L’immaginario omoerotico è nel volantino, nel disegno: è un campo ampio.
Che cosa sono le memorabilia?
La vita sociale gay, tranne che in Germania, presente nei bar, nei locali dove ci si incontrava c’è sempre stata. Sono alla ricerca di biglietti di ingresso di bar, di volantini di locali, di night club, di cabaret. A Roma venne aperto in quell’epoca il Sebastian Club da Giò Staiano, primo locale gay gestito da gay, e durò un anno e basta: era il periodo dei balletti verdi, degli scandali e si faceva l’equazione gay uguale pedofilia.
Quale è la risposta da parte del mondo omosessuale alla tua attività?
C’è un interesse da parte degli addetti ai lavori, persone che studiano la cultura omosessuale, dentro l’attivismo gay. In generale queste persone hanno mostrato interesse. Chi non è addetto ai lavori, invece, esprime sorpresa: tanti di loro non sapevano che esistessero delle collezioni erotiche, riviste gay d’epoca, bar gay negli anni 30. Il fatto di aver messo delle immagini e delle fotografie del tempo su facebook ha attirato chi non era addetto ai lavori. Intendo immagini con ragazzi nudi, che chiaramente colpiscono. Tanti hanno chiesto la storia che c’era dietro a quelle icone.
Come risponde, invece, il pubblico etero?
Alcuni sono interessati, altri, da cui non me lo aspettavo, mi hanno chiesto perché non mi occupassi anche di altri temi. Mi occupo, invece, di un tema che so sviluppare meglio rispetto alla possibilità di occuparmi di molti temi ma disperdermi.
Le istituzioni come hanno risposto?
Sul tema da me proposto nessuna istituzione si è fatta viva: se mi fossi occupato di altri temi più popolari mi avrebbero certamente chiamato.
Come procede la fase di ricerca?
Attraverso diversi canali: motori di ricerca come ebay, altri motori specializzati per le librerie antiquarie, siti. Nei mercatini in Italia non trovo molto. Cerco molti materiali dai collezionisti privati e, alla fine, trovo la cosa più interessante in posti meno consueti. Attraverso le chat per esempio riesco a contattare persone che possiedono documenti e a cui chiedo di potermeli disporre. Sono in contatto con molte fondazioni gay all’estero: se hanno materiale doppio spesso lo scambiamo volentieri. Esempi possono essere lo Schwules Museum di Berlino, il GLBT History Museum di San Francisco.
Quale è il tuo obiettivo ultimo?
Oltre a collezionare è quello di rendere pubblica la collezione. Nel mio web site ci sarà tutto il mio catalogo, gallerie fotografiche anche erotiche, con accesso solo ai maggiorenni. Il mio fine ultimo è mettere a disposizione attraverso la rete, o anche direttamente, il materiale che ho e che altri, invece, tengono gelosamente. Vorrei creare una fondazione con una propria sede, degli orari e in una situazione dove non sia solo io a lavorare.
Quale è il tuo sogno?
Pensare a un futuro museo gay in Italia. Sarebbe interessante che le stesse associazioni esponessero materiale gay in loro possesso per renderlo disponibile e non tenerlo nel retrobottega. Questa pratica attiverebbe un interessante punto di partenza per discutere. Il museo gay di San Francisco nasce da un dialogo e confronto durato 30 anni. Mi piacerebbero piccole esposizioni, iniziative per sollecitare le istituzioni: tutto sarebbe, poi, a basso costo soprattutto se il materiale è regalato. A San Francisco, invece, i fondatori hanno dovuto comprare il materiale. Nel 1984 ci fu una mostra a Berlino, un libro ricorda l’evento, che fu fatta prendendo in prestito da diversi enti vecchie riviste, libri prenazisti. Il catalogo della mostra attirò l’attenzione delle istituzioni locali: questo portò alla nascita del museo.
In Italia perché esiste un’altra situazione su questo tema?
Perché si esclude in partenza l’idea. Si vive molto il presente in maniera superficiale, in generale. Vedo attivisti poco inclini allo studio della storia gay. Chi studia la storia sono pochi e distanti. Gli attivisti non hanno interesse e non hanno ancora preso coscienza della valorizzazione della cultura storica gay. Case editrici e librerie devono essere stimolate per poter costituire sezioni lgbt. Promuovo la mia attività da solo e vado in giro personalmente a proporre la mia collezione.
Ci sono segnali di speranza?
Cito un esempio, il Cassero di Bologna. Presto ci sarà la festa dei 30 anni della fondazione del Cassero e stanno richeidendo materiale storico. Sto cercando di aiutare il Cassero a trovare materiale originale: foto, volantini, documentazioni sull’attivismo gay, dal punto di vista anche ludico in un periodo che va tra gli anni post Stonewall e i primi anni 90.
La mostra verrà fatta al Cassero la prossima primavera. Se qualcuno mi volesse contattare a proposito non esiti a farlo. Non sono sfiduciato: forse oggi c’è più interesse per la storia gay. Nel passato c’è stato un momento con meno interesse. Ora ci sono libri, pubblicazioni e vediamo figure di intellettuali che si stanno muovendo per promuovere la storia della cultura omosessuale, con grande riferimento a quella degli anni 40, 50.
I pezzi più interessanti della tua collezione quali sono?
Una cosa che ho trovato con fortuna è stata una poesia di padre Stanislao Ceresa: direttore collegio dei Barnabiti. La poesia di Ceresa, “Il genio del male”, è all’inizio come premessa al “Cantico” di Felice Cavllotti. Avevo cercato le opere di Cavallotti e ho trovato questo testo di Ceresa scritto in prigione in quanto era stato accusato di plagio.
Il testo è stato composto su dei fogli di quaderno. In Italia ci sono cataloghi di poche librerie specializzate sulla storia gay: esiste la volontà di non tenere testi storici omosessuali, o, se ce li hanno, non li specificano, rendendo ricerca difficile. Il numero di foto originali di Von Gloeden, per esempio, sono appartenenti alla collezione di un grande regista del passato italiano.