Pochi giorni fa, su La7, Reality, il programma di informazione che va in onda in tarda serata, ha parlato delle “lenzuola della mafia”. Si tratta di un interessante contributo sul rapporto tra mafia e vita privata, ed in particolare tra criminalità organizzata ed omosessualità. «Ma cosa c’entrano le due cose?», vi chiederete. «La mafia, sempre detto che esista, si occupa di potere e non di sesso. Ma qual è quindi la sessualità inconfessata degli uomini d’onore?» .
Se ci pensiamo bene, il potere è dominio e credibilità e un “pulpo” (polpo è il dispregiativo in Sicilia per chiamare gli omosessuali, asessuati come l’animale) è una categoria odiata. Un membro del clan deve essere uomo e non può che essere così. Chi ha “il vizietto”, non è mafioso: il gay è debole tra i virili, non deve essere, e al massimo, se capita, non deve essere fatto sapere. Pena: il disprezzo estremo e l’esclusione dal potere o, addirittura, dalla vita.
Il breve documentario sugli “arrusi” fa luce sulla questione ed è ben fatto, con inserti cinematografici ed interessanti contributi di interviste e commenti. Visto che questa aberrante abitudine dei “picciotti” non è nota ma duratura e che i servizi della trasmissione rimangono on-line una settimana, approfittatene e fatevene un’idea, perché “non solo un mafioso può essere omosessuale, ma tra i padrini si nasconde qualche madrina”
Guarda il video: http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=reality&video=19061