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MilkBlog

Sieropositività e Corriere della Sera

AIDS

La recente pubblicazione da parte de Il Corriere della Sera della lettera di una ragazza ventunenne sieropositiva, ha riacceso un dibattito che a nostro giudizio non avrebbe dovuto essere – agli occhi dell’opinione pubblica – mai spento: l’AIDS esiste ed è un problema. Come associazione glbt, il Milk ha tra i propri scopi statutari la sensibilzzazione e l’informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili non solo all’interno delle realtà omosessuali milanesi ma anche nel “mondo etero”. Al momento, nelle nostre ridottissime possibilità, ci siamo mossi soprattutto verso un pubblico estremamente giovane. La lettera della ragazza bocconiana ha dato vita anche nella mailing list interna al consiglio direttivo dell’associazione ad una serie di considerazioni: tra chi riteneva che fosse opportuno scrivere al Corriere dicendo “Beh e ce ne siamo accorti solo ora quando sono anni che ASA, Lila, Anlaids, ALA lottano in merito” e chi si è scaldato molto – pur sottolineando la comprensione dovuta all’autrice – per la selva di pregiudizi e preconcetti sulla malattia stessa che quella lettera porta con sé. Abbiamo deciso di pubblicare l’intervento di Luca Proverbio, nostro consigliere, per ampliare il dibattito a tutti coloro che al Milk sono legati o semplicemente desiderino dare il proprio apporto. Leggi tutto »Sieropositività e Corriere della Sera

Insospettabili?

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Con il permesso dell’autore, il nostro caro Matteo, pubblichiamo un interessantissimo post comparso su Queer World. Leggetelo con attenzione: la visibilità, che è la migliore arma per ottenere pari diritti, riconoscimento sociale e uguaglianza, fa ancora paura a molti, a certi omosessuali per primi. Matteo parla nella propria introduzione di “involuzione sociale”, crediamo sia una espressione azzeccatissima. Sarebbe bello nascesse una discussione qui sotto, tramite i commenti: proposte, idee, osservazioni… Preparatevi a rimanere allucinati. Buona lettura, e grazie a Matteo.Leggi tutto »Insospettabili?

TRANSIZIONARIO: Transfobia e lavoro.

antoniaLe persone transessuali, in occidente, pur essendo considerate dal DSM come “malate”, subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, anche per l’inadeguatezza delle attuali leggi nazionali sul cosiddetto “cambiamento di sesso”, ma soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di transfobia.

La transfobia, apparentemente può sembrare un equivalente dell’omofobia. In realtà i due fenomeni hanno origini diverse, espressioni diverse, anche se condividono il destino della discriminazione. Un tentativo di distinguere i fenomeni transfobia e omofobia è stato fatto da Mirella Izzo, presidente dell’ex associazione Crisalide AzioneTrans. Lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto più elevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre è altrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto ai transessuali da femmina a maschio. Le motivazioni che possono essere trovate per questo dato di fatto sono molteplici e controverse:

1) L’omosessualità è visibile solo all’interno delle tendenze sessuali ed affettive di una persona mentre la transessualità comporta una netta trasformazione del proprio corpo e pertanto provoca la necessità di una totale inversione di valutazione della persona;

2) La transessualità da maschio a femmina è più stigmatizzata di quella da femmina a maschio perché viviamo in una società prevalentemente maschilista nella quale rinunciare alla “virilità” costituisce una ferita più percepibile della rinuncia alla “femminilità”. In ogni caso lo stigma sociale verso le transessuali MtF è tale da rendere difficile l’inserimento lavorativo delle stesse. Se a questo si aggiunge che spesso le famiglie ripudiano il figlio transessuale e che i costi della transizione sono altissimi, diventa facile percepire una spinta della stessa società affinché la transessuale si dedichi alla prostituzione per sopravvivere.Leggi tutto »TRANSIZIONARIO: Transfobia e lavoro.

A chiare lettere: Marguerite Yourcenar.

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Dopo il successo ottenuto da Antinoo, il volto di un dio (l’evento culturale organizzato da Milk Milano tra lo scorso Ottobre e Novembre) molti amici e soci si sono avvicinati a Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Ecco quindi qualche notizia utile a ricordare e conoscere questa scrittrice lesbica, a cui tanto l’immaginario omosessuale deve.

Marguerite Yourcenar (pseudonimo di Marguerite Antoinette Jeanne Marie Ghislain Cleenewerck de Crayencour) nasce a Bruxelles l’8 giugno del 1903. Il padre, Michel Cleenewerck de Crayencour, è un agiato proprietario terriero, discendente di una antica famiglia aristocratica francese; la madre, Ferdinande de Cartier de Marchienne, nobildonna belga, morirà di setticemia (incorsa in seguito alle complicazioni del parto) dopo soli dieci giorni dalla nascita della figlia.

La Yourcenar vive la propria infanzia nella villa della nonna materna, nel Nord della Francia, educata privatamente dal padre stesso. Dotata di rapide abilità di apprendimento, la bambina si rivela straordinariamente precoce: appena dodicenne già conosce il latino e il greco. Diciasettenne, pubblica a Nizza la sua prima opera in versi, Le jardin des Chimerès (1920), sotto lo pseudonimo di “Marg Yourcenar”, inventato anagrammando il proprio cognome (Crayencour). Nel corso della sua giovinezza, la scrittrice segue il padre nei suoi frequenti viaggi a Londra, nel Sud della Francia, in Svizzera e soprattutto in Italia.Leggi tutto »A chiare lettere: Marguerite Yourcenar.

Peregrine riflessioni sulla Seminarista Sfranta.

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Il giovane prete inquadrato dalle telecamere di mamma RAI durante l’aggressione a Papa Ratzinger, ormai universalmente noto come “la seminarista sfranta”, è diventato la vera star del web del natale 2009. Dieci secondi di celebrità: la metà impiegati in un movimento lento ma fluido per portare la mano alla bocca, l’altra metà per scuotere lievemente la testa e appoggiare la stessa sul petto, per tenere a bada un cuore che, nell’immaginario comune, ha perso un battito all’atterramento di Benedetto XVI. Bastano poche ore e tra Facebook e Youtube fioriscono gruppi e playlist dedicate allo sconosciuto protagonista del video più gay-friendly mai uscito dalle austere stanze vaticane. Video e fotomontaggi del nostro “eroe” lo ritraggono tra l’intervista di Don Barbero e Don Benzi alla Iene e una scena di Queer as Folk, o avvistato al concerto romano di Madonna  con la testa cinta da un improbabile cappello del tour Hard Candy.  I toni, bene precisarlo, sono tutt’altro che omofobi: il gruppo di facebook FAN CLUB DELLA SEMINARISTA SFRANTA DURANTE LA CADUTA DEL PAPA! ha già superato i 6000 iscritti, e la discussione verte sullo scherzo e sull’autoironia. Non mancano comunque le voci polemiche, come quella del blog paesaniniland, che accusa “come certi gay siano ancora vittima dei meccanismi maschilisti che prima li intrappolano in odiose categorie e poi li costringono a illudersi siano le armi di liberazione da un pregiudizio che è prima di tutto dentro di loro”.Leggi tutto »Peregrine riflessioni sulla Seminarista Sfranta.