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QUANDO L’APERTHEID SI TRAVESTE DA FEMMINISMO

Malgrado le notizie di cronaca di quest’ultimo periodo riportino gli ennesimi casi aggressione violenta ai danni di persone, specialmente donne, transgender. Inclusi di tentativi di inquinamento delle indagini da parte di gruppi di condomini. Il lobbismo trans-esculdente non conosce riposo.

E’ fresco, anzi freschissimo, un articolo infarcito dei peggiori pregiudizi e di palesi menzogne pubblicato sulla versione online del corriere della sera. Nel quale si chiede apertamente non solo l’esclusione dell’identità di genere dalle casistiche tutelate dalla legge, ma si inneggia apertamente all’esclusione delle donne transgender dalle strutture e policy per la tutela dalla violenza di genere.

Si apre con la solita chiosa, scientificamente valida come la teoria delle scie chimiche, che al mondo esistano solo due sessi: maschile e femminile. De facto cancellando completamente da qualsiasi discorso sul diritto all’autonomia corporale, alla rappresentazione sociale e tutela legale tutte le persone intersessuali. Persone che sono tutt’ora vittima di mutilazioni genitali infantili gravissime e invalidanti, nonché alle successive sperimentazioni di terapie ormonali. Questo non in paesi in via di sviluppo di cui c’è bisogno di ricordarsi solo per rimarcare i propri privilegi di donna cisgender, bianca e benestante. Questo accade in Italia, nel 2020, nel silenzio assordante dei media, delle istituzioni e tutti i sedicenti paladini che si battono contro le mutilazioni genitale. Ma si sa, un* bambin* intersessuale non è utile alla macchina propagandistica di chi lavora per un vera e propria apartheid del genitale. Pur essendo una vittime conclamate del sessismo eteropartiarcale binaristico e dei ruoli di genere fisici e comportamentali da esso imposti, non essendo classificabili come “povera bambina”, non servono a fare numero. Sono solo un danno collaterale nell’assurda guerra portata da parte del femminismo ai danni delle persone transgender, di cui per le paladine del biologismo sfrenato non vale la pena di curarsi.

Proseguono poi le lamentazioni citando le povere donne che hanno perso il lavoro per aver osato dire che le donne trans non sono donne. Un singolo caso dove la persona non è stata licenziata, era una consulente a termine cui non è stato rinnovato il contratto. Sarebbe stato veramente poco consono che un ente caritatevole che si occupa di lotta alla discriminazione e ottenimento dell’eguaglianza PER TUTTI, mantenesse nel suo staff una persona che inneggiava sui social media all’esclusione delle donne trans dall’assistenza alle vittime di violenza, dall’accesso agli aiuti occupazionali, ecc.

Quello che viene chiesto da questo lobbismo è molto chiaro: l’esclusione delle donne transgender da qualsiasi forma di assistenza per vittime di violenza e di discriminazione di genere.

Perché, secondo la perversa mentalità di certi soggetti, se il tuo compagno ti spacca le ossa e sei una donna trans non senti dolore. Se non hai indipendenza economica e una rete di supporto familiare non sei meritevole di assistenza, evidentemente se ti ammazzano non è poi cosa grave.

Si arriva a sostenere che si tenterebbe di imporre “alle povere lesbiche” si fare sesso con le donne trans, pena l’essere tacciate di trans-fobia. Curioso il fatto che sparate fatte da individui isolati che non rappresentano nessuno se non se stessi, vengano assurti a voce dell’intera comunità transgender. In realtà la comunità transgender evidenzia l’altrui tans-fobia quando si inizia a sostenere che nessuna lesbica possa essere attratta da una donna trans, in quanto una “vera lesbica” non è attratta dalle donne… è attratta solo dalle vagine! L’assolutismo che cancella il vissuto e il sentimento di migliaia di donne sia cisgender che transgender è discriminante e sostenuto mediante l’utilizzo di fallacie logiche assolutiste.

Quali sarebbero i diritti che andrebbero a perdere le donne cisgender se venisse tutelata dai crimini d’odio l’identità di genere? Assolutamente nessuno. Non sarebbe loro precluso l’accesso alla vita pubblica, al voto, all’amore, al lavoro, ecc.

Gli unici “diritti” che verrebbero intaccati sono:

  • il “diritto” di licenziare una persona transgender in quanto tale
  • il “diritto” alla diffamazione a mezzo stampa
  • il “diritto” di rifiutare una casa in affitto ad una persona transgender per quello che è
  • il “diritto” di aggredire una persona transgender nella semi impunità legale
  • Il “diritto” di bullizzare e cacciare una persona trans da piscine, palestre, parchi, eventi pubblici, ecc
  • e varie consimili azioni discriminatorie e violente

E’ triste pensare che nel 2020 si ritenga ancora che la discriminazione su base pseudo-biologica e la conseguente persecuzione violenta, vengano ritenute da talune persone un “diritto inalienabile”.

E’ dagli anni ’60 del ventesimo secolo che il femminismo radicale trans escludente paventa terrificanti ondate di stupri e violenze perpetrate da parte di persone trans ai danni delle donne cisgender. Epidemie di violenze delle quali, a tutt’oggi, nessuno ha ancora visto traccia.

I pochi diritti acquisiti dalle persone transgender nel mondo non hanno minimamente intaccato i diritti delle donne bianche occidentali. Non per niente per poter acquisire lo status di vittima perpetua si vanno a riprendere i drammi sessisti dei paesi in via di sviluppo. Drammi dei quali la comunità transgender non è in alcun modo responsabile, fra l’altro.

Quando si parla di aggressioni, stupri, omicidi di cui le persone trans sono vittime almeno il doppio delle persone cisgender (in percentuale sulle popolazioni) in Europa, America, Canada ed il rilancio tipo è “si ma le bambine in Somalia”. Ovviamente quando fai notare loro che in quei paesi le persone transgender vengono lapidate la risposta è un assordante silenzio, perché di nuovo le nostre sono vite di serie B e quindi indegne di tutela.

Il ritornello del “ a me stanno bene i diritti di tutti a patto che non intacchino i diritti delle donne nate donne” è di una falsità e di una disonestà intellettuale infinite. Perché quando si nega che le donne e gli uomini trans siano vittime di violenza, causata dal sessismo imperante, si sta consapevolmente tentando di seppellire la realtà.

Gli stupri correttivi, le terapie riparative, le violenze in famiglia, le violenze da parte di estranei sono figli dei rigidi ruoli del binarismo di genere, aggravati dalla de-umanizzazione perpetrata con l’ampia connivenza del femminismo trans-escludente. E’ un processo di demonizzazione e svilimento mediatico in corso da decenni, le cui ricadute sulla vita lavorativa, sulla sicurezza, sul diritto ad una abitazione, sono molto pesanti e concrete. Il tentativo di ledere l’accesso a diritti fondamentali come lavoro, salute, sicurezza sono palesi e tutto il pink-washing del mondo non possono nasconderne l’evidente orrore.

Non si possono nascondere nemmeno i palesi tentativi messi in atto dai movimenti di femminismo trans-escludente, in alleanza con le destre religiose, di fare pressione lobbistica sul governo per poter mantenere l’assurdo privilegio di poter continuare a praticare esclusione sociale e violenza ai danni delle persone trans.

Crediamo fermamente che l’eguaglianza sociale sia un diritto umano fondamentale per tutti, incluse le persone transgender e intersessuali, e questa sarà la nostra base di partenza per la rivendicazione di diritti e per la resistenza alle montanti ondate di trans-fobia che, purtroppo, vediamo sempre più spesso verificarsi.