Noi amiamo Daniel Radcliffe, da febbraio ufficialmente testimonial del The Trevor Project, associazione americana, per la quale l’attore si era già speso con donazioni luculliane e che si occupa della prevenzione dei suicidi e dei disagi in generale per i giovani omosessuali. Non bastasse questo, le copertine di riviste specializzate, le numerose dichiarazioni di totale comprensione della realtà gay e di vicinanza nella lotta ai nostri diritti, ci rendono ancora più simpatico il fanciullo, il quale già da qualche tempo (soprattutto grazie alle grandi abilità della su’ mamma) era entrato a pieno titolo nell’immaginario omosessuale dopo il notevole exploit teatrale in Equus in abiti particolarmente adatti a mostrare tutto il suo splendore attoriale (si vedano le fotografie allegate al qui presente e delirante articolo).
Ma non è di questo che vogliamo parlare oggi, quanto piuttosto, data l’identificazione tra Radcliffe ed Harry Potter, dei gravi pericoli che l’umanità tutta corre leggendo i perigliosi libri o guardando i perfidi film che il maghetto hanno per soggetto. Sotto le dolci spoglie di questo amorevole ghirigogolo e del suo maestro gay Albus Silente (nonché di quella sfranta di Piton, scivolata di fresco, come noto, fuori dall’ultimo album di Renato Zero) si celano infatti terribili insidie per i sacri valori dell’occidente tutto… e non mi riferisco ad un ipotetico impudico uso delle bacchette magiche, come tu, oh empio pervertito che mi leggi, stai supponendo.
Come sappiamo, Chiesa Cattolica srl è da sempre avversa al povero maghetto (come al preservativo, alle finokkie, all’aborto, al divorzio, a una morte degna, al mettere insieme i colorati e i bianchi in lavatrice ecc.). In specie, sull’argomento, la premiata ditta “Salesiani di Don Bosco”, si è espressa assai duramente attraverso il proprio organo di stampa ufficiale, il Bollettino Salesiano, affrontando il tragico problema della diffusione di Harry Potter (il terzo più grave problema che affligge l’Umanità dopo le elezioni presidenziali delle associazioni gay milanesi e il quesito “Gesù Cristo possedeva o meno gli abiti che indossava?”) per ben tre volte, all’interno della ineffabile (e spesso omofoba) rubrica Lettere al direttore: nel Dicembre 2009, nel Luglio 2006 e già (Iddio li abbia in gloria per tanto zelo) nel Dicembre 2005.
A aprire le danze nell’ultimo numero natalizio della rivista è stata, questa volta, una interessantissima lettera del lettore Luciano da Roma, che sottolinea come – con grave danno per l’italica gioventù – Harry Potter sia stato recentemente usato come filo conduttore di un campo scuola (leggasi: campeggio, vacanza) dei salesiani. Come ben risaputo, sottolinea il nostro amico (evidentemente Lexotan-addicted), Harry Potter rappresenta “il capovolgimento dei valori cristiani cattolici” dacché esso non fa che “legittimare la magia che è abominio a Dio (Dent. 18, 9-12), i poteri occulti, l’energia ctonia!”. E ‘stic***i! Meno male che non legittima anche la salsa maionnaise sulle patatine fritte, che di per sé non so se sia abominio agli occhi di Dio (Libro delle Sfrante, 24, 3-123), ma per un amante della buona cucina come me lo è di sicuro. Luciano, tanto per non farsi mancar nulla, chiude in modo delizioso il proprio messaggio con un tipico saluto di cristiana fratellanza: “Dio vi dia il morso della vergogna. Rammentatevi dei maghi del faraone”. Io una volta usavo “Cha ta vegna ‘n cancher” o il più prosaico “‘Ndì a cagher”, ma, si sa, sono un senzadio.
Chiaramente ad una lettera del genere uno si aspetterebbe una risposta che non dico prenda per il c**o il pio scrivente, ma, quanto meno, consigli allo stesso un aumento delle terapie farmacologiche… E invece no. Il direttore del sublime papello salesiano – piccatissimo – risponde puntualizzando quanto già ben due volte egli abbia (e cito testualmente) “bollato Harry Potter” come “un romanzo non educativo (…) una stortura morale”, soprattutto perché, oltre all’abominio magico, esso propinerebbe (secondo una lettura invero originale) un modello in cui vi è una classe dominante ed eletta (i maghi) che abusa visibilmente una classe subalterna (i babbani, gli esseri umani). Ma – attenzione attenzione – ciò non inficia nel salesianpensiero un utilizzo del romanzo a fini pedagogici nei campi: infatti, “i salesiani, sulla scia del fondatore Don Bosco, sono specialisti in opere purgate (…) Pensi che si è giunti a purgare persino i classici laddove espressioni e contenuti apparivano non educativi spesso prendendosi i rimbrotti delle autorità scolastiche statali”. Ah queste autorità scolastiche statali… che birbaccione!
Meno male che Don Bosco c’è. Iniziavo a temere che oltre ad Harry Potter nelle scuole dei salesiani si potessero studiare in veste originale e non purgata orrori come l’Inferno di Dante (con tutte quelle parolacce ed esempi di empietà… hai presente Paolo e Francesca?) o che potessero passare integre sotto gli occhi degli scolari diciassettenni le zozze operacce di Marziale, Catullo, Petronio e – non sia mai – di quei grandissimi ricchioni dei poeti lirici greci, solo per rimanere in ambito classico. Speriamo anche si purghi a dovere la Bibbia perché, per chi lo sa leggere, il Cantico dei Cantici è già di suo una bella sporcellata… e figuriamoci poi se i ragazzini sapessero davvero come va a finire la storia del buon Lot, che, fuggitivo durante la distruzione di Sodoma e Gomorra, mentre Dio dà alle fiamme quei perfidi ricchionazzi che le abitano (questa parte non vien purgata, ndr), non ha niente di meglio da fare che stuprarsi le figlie dopo che quella pettegola di sua moglie è stata tramutata in una statua di sale (ci sto pensando solo ora… sembra una puntata di Beautiful!).
Harry Potter ed altri scritti o film turpi quindi non fomenteranno mai e poi mai pessimi atteggiamenti nei ragazzi che studiano presso i Salesiani, in quanto essi, grazie alla purga, mai verranno a contatto, ad esempio, con riti o credenze che sfiorano la magia e soprattutto con il principio di una classe di eletti (maghi) che invocando fenomeni soprannaturali si crede superiore al resto del mondo (babbani) per i valori etico-morali cui afferisce. Ne siamo certi.
Che bello sapere che esistono istituti scolastici ove invece che insegnare un pensiero critico ci si proclama fieri di “purgare” i testi (attendiamo con ansia il rogo di libri nel cortile della scuola), vero? Sinché i ragazzi non leggeranno Harry Potter in versione integrale, grazie a Dio, non correranno il rischio di mischiarsi ai babbani comunisti, senzadio e dissacratori. Che poi, magari, sono pure sodomiti, i quali, notoriamente, guardando le ultime foto Daniel Radcliffe (leggasi Erri Potte) fanno pure pensieri zozzi. Ed il cerchio si chiude. Ecco.
Stefano Aresi