Su Elizabeth Angela Marguerite Bowes-Lyon, meglio nota come la Regina Madre d’Inghilterra, se ne son dette e se ne son sentite parecchie, lo so. Molte le leggende, molti gli aneddoti, e ovviamente moltissimo gossip, il che non guasta mai.
Si sa che nacque quando sul vasto Impero Britannico regnava ancora la regina Vittoria, in tutta la Sua corpulenta Maestà. Ed è risaputo di come, invaghitasi non ricambiata dell’allora erede al trono Edoardo, dovette accontentarsi di impalmarne il timido, malaticcio e meno fascinoso fratello minore Alberto (futuro Giorgio VI). Il bell’Edoardo di cui sopra, però, a soli sei mesi dall’ascesa al trono, abdicò in favore del fratello pur di non rinunciare alla sua amata Wallis Simpson.
Certo, già questo piccolo intreccio al sapor di Beautiful basterebbe a rendere Elizabeth diversa da altre regine della storia, ma, naturalmente, se fosse tutto qui, la nostra eroina non sarebbe diventata quella popolarissima e insolita icona gay che è stata ed è tuttora per i nostri fratelli d’oltremanica.
Non bisogna dimenticare, anzitutto, che durante la seconda Guerra Mondiale, in un’Europa drammaticamente impotente di fronte a un Male che pareva invincibile, lei diede uno straordinario esempio di coraggio: in compagnia del marito – che in quegli anni mostrò finalmente (ma, ahimè solo temporaneamente) – i regali attributi, la signora visitò a più riprese i quartieri di Londra distrutti dai bombardamenti, infondendo, con le sue parole, speranza nei sudditi. Hitler stesso, narra la leggenda, la definì “la donna più temibile d’Europa”. E scusate se è poco.
Certo, chi è nato nella seconda metà del secolo scorso l’ha conosciuta in altre vesti: allegra bevitrice, cinofila come ogni buona vecchietta inglese deve essere, patrocinatrice di migliaia di associazioni benefiche sparse per il Regno, simpatizzante per Diana (dicono che il matrimonio di C&C non avrebbe potuto aver luogo con Elizabeth vivente), spendacciona, sempre sorridente, e quasi vezzosa sotto i bizzarri cappellini indossati ad ogni pubblica apparizione. L’ingresso della Queen Mom nel Gotha delle icone gay è dovuto, oltre che al suo fascino rétro, al sense of humour con cui ha saputo farsi beffe dei perbenismi e dei pregiudizi della upper class britannica.
Ad un ministro conservatore che le suggeriva, per ragioni di decoro, di licenziare il personale omosessuale di palazzo, lei ribatteva pronta: “Ci toccherebbe servirci da soli!”.
Pare che un giorno, poiché i camerieri tardavano a servirle il gin tonic, Sua Maestà li abbia apostrofati bonariamente: “When one of you young queens has finished, can you bring this old queen a drink?” (“Quando una di voi reginette avrà finito, potrebbe portare qualcosa da bere a questa vecchia regina?”).
Che la pragmatica ironia della “donna più temibile d’Europa”, amante dei cagnolini e degli alcolici, abbia infondo reso per un po’ l’austero Buckingham Palace gay friendly quasi quanto una discoteca di Mykonos? A noi piace pensarlo…
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